Al fine di migliorare le caratteristiche delle pavimentazioni in terra, mantenendo gli aspetti positivi ed eliminando quelli negativi, si è cercato di migliorare i legami tra i granuli del terreno, mescolando lo stesso con leganti idraulici di cui i tradizionali risultano: il Cemento e la calce idraulica.

L’uso dei leganti idraulici, che ben si adatta ai normali materiali da costruzione classificati “puliti”, nel caso di “impasti” con materiali terrosi “sporchi” presenta tuttavia delle problematiche che tendono ad inficiare la robustezza del manufatto finito che si andrà a realizzare riguardo ad alcuni aspetti importanti.

I leganti idraulici, per esplicare correttamente la loro funzione coesiva, hanno necessità di “avvolgere” omogeneamente il materiale da legare. Questo comporta la capacità di “distribuirsi” su tutta la superficie specifica dei componenti, per poi dar vita con la loro presa ad un complesso rigido.

L’inerte “ideale”, che consente di limitare il quantitativo di legante idraulico da utilizzare, è caratterizzato da una bassa superficie specifica (limitata quantità di finissimi), una buona distribuzione granulometrica e risultare il più pulito possibile, per poter garantire una adesione ottimale.

Tra il consolidamento dei materiali inerti puliti (sabbia e pietrisco) e il consolidamento del terreno naturale mediante l’utilizzo di leganti idraulici, si verificano alcune differenze sostanziali, che giocano un ruolo determinante in ordine al risultato finale ottenuto:

  • La granulometria del materiale da consolidare;
  • La presenza di pellicole organiche che ricoprono i granuli.

Con riferimento alla granulometria, il passaggio dall’inerte pulito al terreno naturale comporta una variazione spropositata della superficie specifica complessiva; infatti, con la riduzione delle dimensioni ed il mantenimento del volume totale, le superfici da rivestire aumentano in maniera esponenziale. L’incremento enorme delle superfici comporta di conseguenza la minore efficacia dell’azione del legante idraulico, provocando la realizzazione di un manufatto finito con caratteristiche molto scadenti.

Al fine di risolvere queste tipologie di problemi, nel lontano 1992 è stato pensato, progettato e messo a punto un prodotto eco-compatibile che ha consentito di confezionare un conglomerato terroso con ottime caratteristiche meccaniche, per realizzare strade e pavimentazioni stabilizzate con effetto terra battuta, senza incrementare la quantità dei leganti idraulici, che a loro volta avrebbero provocato ulteriori inconvenienti.

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